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Branduardi: “Facendo musica si allevia il dolore di questi tempi”
“Stiamo vivendo il momento peggiore della storia, il peggiore. Fa soffrire tutti, e la musica ha un ruolo altamente terapeutico, per chi la fa e per chi la sa ascoltare, può offrire una coscienza rispetto a quello che accade”.
A dirlo, al telefono, durante l’intervista alla Gazzetta, è Angelo Branduardi che il prossimo 3 novembre alle 21 sarà ospite al PalaUnical con il suo tour “Confessioni di un malandrino”. Un concerto particolare che lo vedrà in duo con Fabio Valdemarin per presentare una versione particolare dei suoi brano più celebri, insieme al polistrumentista suo compagno di viaggio da ormai molti anni.
“Ci vuole coraggio – spiega il cantautore – L’esibizione si basa sul violino e la chitarra suonati da me e sulla “piccola orchestra” di Fabio che, oltre al pianoforte a coda, suonerà chitarre e fisarmonica. Non cerchiamo l’assalto alla diligenza, ma vogliamo creare un momento di magia con il pubblico, portarlo oltre una porta chiusa, con spiritualità”.
Verranno eseguiti i brani che si rifanno alla musica del periodo classico più arcaico e che fanno parte della raccolta “Futuro antico” che conta otto episodi. Non mancheranno i brani più celebri legati alla carriera di Branduardi ma, accanto a questi, si potranno riascoltare alcune delle sue composizioni più rare, meno eseguite ma non per questo dimenticate o meno amate.
“La mia tournée è seguita da un pubblico trasversale, ci sono quelli della mia generazione ma non suono per i “reduci” – ha continuato – è strano, ma ci sono anche i giovani. E’ coraggioso, dicevo, perché ce ne sarà per tutti. Il topolino della “Fiera dell’Est” lo conoscono anche i bambini che non sanno chi sono io ma sanno la canzone che ha cantato loro la mamma o la maestra. Questa significa che il brano non mi appartiene più, è diventato patrimonio popolare e che, in un certo senso, mi offre un pizzico di immortalità”.
Nel 2002 per il terzo volume del progetto “Futuro Antico”, dedicato alla musica rinascimentale e non solo, Branduardi si dedicò a quella prodotta alla corte dei Gonzaga, in collaborazione con Francesca Torelli, studiosa e virtuosa di liuto. “E’ una collana tematica di cui sono usciti otto volumi e ne ho in mente il prossimo, vorrei chiudere con dieci – ha aggiunto il musicista – era stato presentato al Bibiena e poi con successo anche in altre città. Non c’è nulla di rivoluzionario in questo progetto se non la mia voce, che canta questi brani come se fossero canzoni e non con la voce dei castrati o sopranisti come accadeva allora. Uno dei momenti più belli della mia lunga carriera è stato quanto, grazie a una mostra dedicata a San Francesco, ho potuto cantare alla National Gallery, in trio anche con Maurizio Fabrizio, con un Guido Reni alle spalle due Caravaggio davanti a me. E’ incredibile che fosse andato tutto esaurito in poche ore”.
Mantova è molto nota a Branduardi. “E’ una città meravigliosa – ha detto – per la sua storia, la cucina, i Gonzaga e Mantegna. In questa occasione non potrò trattenermi , ma ci sono stato tante altre volte in forma privata con la mia famiglia”.
I biglietti per il concerto, prodotto da Jmproduction, costano 46 euro per il primo settore, 34,50 per il secondo. Sono acquistabili in prevendita su www.ticketone.it
di Paola Cortese
Gazzetta di Mantova