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Tutta l’Africa di Fatoumata Diawara al Teatro Romano tra musica, energia e diritti
L’artista unisce elettronica, jazz, pop e afrobeat sarà il 6 luglio al Romano: «Un viaggio di due ore curandoci a vicenda con la musica»
n viaggio nella musica africana, per conoscerne le radici al ritmo travolgente con influenze afrobeat, jazz, pop, elettronica e hip hop. Fatoumata Diawara, al Teatro Romano il 6 luglio per Rumors Festival, è una tra le artiste più intense nel panorama internazionale della world music.
Cantautrice, chitarrista e attrice originaria del Mali, con due nomination ai Grammy, Diawara presenterà sul palco veronese anche il suo nuovo attesissimo album «London Ko», uscito lo scorso 12 maggio. Nel nuovo album, l’artista africana unisce le forze con Damon Albarn (Gorillaz, Blur), che co-produce alcuni brani dell’album e si esibisce con lei nel primo singolo di lancio dell’album, «Nsera», uscito con il plauso della critica di Pitchfork, Stereogum, okayafrica, WNYC, il podcast Object of Sound e altri ancora.
Di nuovo a Verona ma per la prima volta al Teatro Romano…
Questa è la mia prima volta al Teatro Romano, ma a Verona mi sono già esibita diverse volte in passato. Vorrei incontrare delle belle persone, avere uno splendido pubblico e godere insieme di una bella serata. Sarà una serata dove si danzerà, ma si parlerà anche del mio universo musicale e delle mie lotte: quelle per i diritti delle donne e dei bambini, contro ogni ingiustizia nel mondo. Passeremo una bella serata, ballando e curandoci a vicenda, curando le nostre anime con la musica.
Che cosa deve aspettarsi il pubblico?
Sicuramente condividere belle vibrazioni, condividere la felicità, ballare insieme e discutere temi importanti, mantenendo un’attitudine positiva e la speranza, perché la speranza è tutto. Invito tutti a venire al nostro concerto e a divertirsi insieme.
Le sue performance sono piene di energia…
Sì, c’è una energia bella, ed è ciò di cui le persone hanno bisogno. È vero che investiamo molte energie nel concerto, ma è esso stesso un processo di auto cura: per fare si che il nostro spirito sia libero di volare e possa godere di questa libertà, per un’ora, due ore, per tutta la durata del nostro concerto, è molto importante oggigiorno.
Come definire la sua musica?
Ci sono molti elementi africani, ma allo stesso tempo il pubblico può sentirsi più prossimo al nostro sound perché abbiamo inserito altrettanti elementi blues, rock, jazz: è uno show decisamente universale, canto in bambarà, ma le nostre vibrazioni sono universali, perché la musica è un linguaggio universale. Definire la mia musica non è facile davvero nemmeno per me stessa. Ciò che so è che le finalità della mia musica sono la felicità e la libertà. E soprattutto essere liberi per due ore, lasciarsi trasportare da belle melodie, condividere belle vibrazioni, libertà e felicità.
Lei porta sul palco dei temi importanti oltre la musica, come i diritti delle donne o dei migranti…
Io ho sempre cercato di portare messaggi importanti, Attraverso la danza e la musica provo a condividere ciò che ho in testa, quello che mi piace fare e quello che più auguro per il futuro del nostro pianeta, per il futuro dei nostri bambini, delle donne e delle madri.
Ogni questione può essere davvero importante per ognuno di loro. È bello ballare, cantare e avere una grande energia, ma dietro a tutto questo, se puoi cambiare qualcosa con questa grande energia, è sempre un bene: un’artista ha il potere di fare questo, dobbiamo usare questo vantaggio per avere una vera conversazione tra noi e il pubblico. E questo per me è davvero importante.
Articolo di Luca Mazzara
L’Arena.it